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La scelta di Bridget: ma non è la società a chiedere attori sempre giovani?

(La Ventisettesima Ora, Corriere della sera - Ottobre 2014)



Ora tutti a puntarle il dito contro: che è successo a Bridget Jones? Come se perdere trenta chili per vincere un Oscar fosse encomiabile, ma farlo di propria spontanea volontà — per correre una maratona, perché si è diventati vegani, per vanità o perché è cambiato il metabolismo — meritasse pubblico disprezzo. E sul volto, il ragionamento è lo stesso: un conto è trasformarlo per fiction, un altro è cambiarlo dopo essere incappate nel chirurgo sbagliato. La lettera scarlatta resta: Renée Zellweger non è più la stessa.


La sua passerella, lunedì, all’Elle Women in Hollywood Awards di Beverly Hills in compagnia del fidanzato, il capellone Doyle Bramhall, ha monopolizzato l’attenzione di blogger, giornali online e spietati (ex) ammiratori che sui social network hanno fatto a pezzetti il viso smagrito, la fronte liscia, gli zigomi gonfi dell’ex segretaria più buffa e maldestra del cinema, la protagonista del Diario di Bridget Jones.


Addio chili di troppo, faccetta imbronciata e occhioni marroni addolciti dalle caratteristiche palpebre un po’ pendenti: l’attrice premio Oscar di Ritorno a Cold Mountain è apparsa invecchiata, filiforme, con gli occhi azzurri (quale sarà il colore vero?) e inequivocabilmente diversa.


Una scelta che non le è stata perdonata, tanto da convincerla a replicare con una intervista a People in cui ha cercato con eleganza di minimizzare: «Sono contenta che la gente mi veda in modo diverso perché sto vivendo un periodo diverso: sono felice, la mia vita è più appagante e sono contenta che tutto questo risulti anche all’esterno».


Basterà? Forse no. Per questo sono scesi in campo i commentatori dei più importanti giornali internazionali, che hanno difeso con varie argomentazioni il suo nuovo volto. The Huffington Post Usa ne ha usate addirittura ventidue, la prima delle quali è: «Perché il giorno dopo una serata animata da gentile spirito femminista tutti hanno sentito il bisogno di parlare soltanto della faccia di Renée». Il Time ha scritto che l’attrice può fare quello che vuole con il suo corpo: anche tatuarsi sulla fronte «Io sono Bridget Jones». E il Guardian ha virato sulla discriminazione di genere: com’è che tante storie non sono state fatte con Mickey Rourke? Che poi, è forse diventato un attore meno bravo? No. The Wrestler, di cui era il protagonista, ha vinto il Leone d’Oro al Festival di Venezia e gli è valso un Golden Globe e un Indipendent Spirit Award, oltre a una candidatura all’Oscar.


Renée Zellweger ha turbato i suoi fan anche perché il processo di riconoscimento dei volti è una funzione cerebrale specifica. «Il cervello, per riconoscere visi già visti, ha come riferimento dei punti precisi che sono localizzati nel terzo medio della faccia, vale a dire l’area degli occhi, naso e porzione di guancia laterale. Importanti cambiamenti su questa zona, a prescindere dal fatto che siano eseguiti correttamente o meno, determinano un allontanamento dal file registrato in precedenza dal cervello», spiega la chirurga plastica Chiara Andretto Amodeo.


Resta il fatto, sgradevole, che debba essere la società a dettare regole ed eccezioni, in un crescendo di giudizi ipocriti. «Non è nuovo il bisogno che tutte le società hanno di dire non soltanto che cosa è bello, ma anche chi può esserlo, e di definire il confine tra capriccio e necessità», interviene la sociologa Rossella Ghigi, già autrice di Per piacere. Storia culturale della chirurgia estetica (Il Mulino).


Ed è avvilente non che una donna ricorra al bisturi, ma che lo faccia per essere accettata. Chiosa Lorella Zanardo, esperta sul tema del corpo delle donne: «Non credo che Bruno Vespa o Matteo Renzi abbiano mai pensato di farsi togliere i nei e nessuno se ne sente disturbato. George Clooney sarà pure un gran bellone, ma ha una ruga naso-labiale che gli si può infilare il dito dentro. Antonio Banderas è un sex symbol pazzesco e ha il volto segnato. Non sarà arrivato il momento di pretendere lo stesso trattamento per noi donne?».



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